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La degustazione

S C R O L L

A ciascuno la sua grappa

Sia che si tratti di un blend o di un monovitigno, la grappa nasce limpida e cristallina. È la pura essenza dell’uva e i caratteristici profumi sono distintivi per ciascun vitigno, dai più intensi per quelli aromatici, ai più fini e delicati per le altre uve.
Invecchiando per anni in barrique di legni pregiati, la grappa acquisisce i nobili aromi terziari, il caratteristico colore ambrato e una maggiore morbidezza al palato.

A ogni grappa il suo bicchiere

Come avviene per il vino, oggi si presta finalmente maggior attenzione anche alla degustazione dei distillati.
Il calice “Elisse” è stato studiato appositamente per le grappe bianche che vanno servite fredde a 8-10°C: è ideale per preservare la freschezza e la fragranza degli aromi che raccontano i vitigni d’origine.
“Bolla” e “Superbolla” sono calici più ampi, indicati rispettivamente per grappe barricate e lungamente invecchiate, come le riserve superiori a 7 anni. Permettono inoltre di diffondere e assaporare meglio le note di spezie dolci e l’eleganza dei profumi del legno delle barrique in cui le grappe sono state affinate.

Abbinamenti

Oggi la grande varietà di grappe consente intriganti abbinamenti con i dessert: la grappa bianca morbida si serve fredda insieme a una macedonia o a una coppa di gelato alla frutta, mentre le riserve sono perfette con dolci al cioccolato o in compagnia di un buon sigaro, per un fine pasto dal gusto Made in Italy.

Grappa e caffè

Questo connubio e il famoso rito del “rasentin” hanno origini lontane nella nostra tradizione culturale. E se per alcune grappe l’accostamento è tutt’oggi valido, come per esempio per la grappa Veneta, dal carattere distintivo e forte, per altre come le bianche morbide o le riserve consigliamo la degustazione sempre prima del caffè per cogliere al meglio ogni sfumatura e nota sensoriale.